Ultima modifica:
18-12-2014

Progetto Centrale a Carbone ENEL di Porto Tolle

La centrale di Porto Tolle che ENEL avrebbe voluto riconvertire a carbone, causando un grande aumento dell'inquinamento dell'aria, è stata bloccata grazie alle mobilitazioni dei cittadini e delle associazioni



Descrizione:

La centrale termoelettrica ENEL di Porto Tolle è localizzata sull’isola Polesine Camerini alla foce Pila del Po (una delle principali foci del fiume Po), all’interno del Parco Regionale del Delta del Po (istituito nel 1997) e al confine con un’area di Protezione Speciale e con un sito di Importanza Comunitaria [1][2]. La produzione di energia elettrica è avvenuta, nell'arco di circa 35 anni di funzionamento, attraverso la combustione di olio combustibile denso (OCD). Il rifornimento di olio combustibile avveniva principalmente attraverso un oleodotto che lo trasportava dal deposito sito in Ravenna e, in misura ridotta, attraverso lo stoccaggio in autocisterne e bettoline [3]. ENEL ha provato a convertire la stazione che utilizzava olio combustibile in una centrale alimentata a carbone. La centrale elettrica consiste di 4 gruppi di generatori (costruiti tra il 1980 e il 1984) con una capacità di produzione totale di 2.640 MW [4]. La centrale è entrata in servizio progressivamente a partire dal 1980 e fino alla fine degli anni Novanta ha contribuito con una quota del 10% circa della produzione nazionale di Enel [4]. Le principali sostanze inquinanti emesse dalla Centrale erano NOx (ossidi di azoto), SOx (ossidi di zolfo), polveri e metalli pesanti. Le emissioni dì SOx sono state estremamente significative. Basti pensare, per coglierne la rilevanza, che tali emissioni rappresentavano l'11% di tutta la produzione di SO2 (biossido di zolfo) sul piano nazionale [3]. Nei decenni passati ENEL ha presentato diversi progetti per convertire l’impianto. Il 13 Novembre 2001 Enel ha presentato lo studio di impatto ambientale per la conversione in Orimulsion, un combustibile basato sul bitume [5]. Una volta accantonato questo progetto, l’azienda ha lanciato nel 2005 un progetto per l’uso del carbone invece dell’olio combustibile allo scopo di ridurre i costi di produzione dell’energia e di aumentare l’efficienza [3]. In entrambi i casi però, sia con l’orimulsion sia con il carbone, ci sarebbero stati degli impatti ambientali superiori rispetto al caso dell’uso del metano [3]. Associazioni ambientaliste (WWF, Legambiente, Greenpeace) e il comitato locale di Porto Tolle (Comitato Cittadini Liberi di Porto Tolle) hanno organizzato una forte opposizione contro l’uso del carbone. La conversione a carbone di Porto Tolle avrebbe comportato emissioni annue di CO2 pari a oltre 4 volte quelle di una città come Milano; e emissioni annue di ossidi di zolfo pari a 2,3 volte quelle dell’intero settore trasporti in Italia [6]. Il progetto rappresentava una vera minaccia per l’ambiente, la salute dei cittadini e l’economia dell’area. Dal 2005 la resistenza delle associazioni e dei cittadini locali, che hanno cercato di impedire il processo di conversione della centrale, è andata aumentando (attraverso azioni legali, dimostrazioni, occupazioni) e si è scontrata con azioni di lobbying portate avanti dell'ENEL per promuovere il nuovo progetto “carbone pulito”, che comporterebbe la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

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Informazioni di base
Nome del conflittoProgetto Centrale a Carbone ENEL di Porto Tolle
NazioneItalia
Città e regioneProvincia di Rovigo
Localizzazione del conflittoPorto Tolle,
Accuratezza della localizzazioneAlta (livello locale)
Causa del conflitto:
Tipo di conflitto. Primo livelloEnergia (fossile, rinnovabile e giustizia climatica)
Tipo di confitto. Secondo livelloAltro (specificare)
Centrale termoelettrica
RisorseCarbone
Elettricità
Dettagli del progetto e attori coinvolti
Dettagli del progetto

Il Progetto di conversione dell’esistente Centrale termoelettrica di Porto Tolle prevedeva la conversione a carbone dell’impianto con la realizzazione di tre nuove caldaie da 660 MWe in sostituzione delle quattro esistenti di analoga potenza, alimentate ad olio combustibile denso [12]. Inoltre il 5% dell’energia sarebbe stata prodotta utilizzando biomasse [12]. Nell’ottobre del 2008, ENI e ENEL hanno siglato un accordo strategico di cooperazione per sviluppare tecnologie mirate alla cattura, al trasporto e allo stoccaggio geologico di CO2, e intese ad accelerare lo sviluppo di CCS. Tale accordo prevedeva la costruzione di un impianto dimostrativo CCS integrato su larga scala per la centrale elettrica ENEL di Porto Tolle. Il progetto consisteva nella cattura di CO2 presente nel condotto della centrale elettrica e il suo trasporto in una falda acquifera salina off-shore, per poi procedere ad iniettarla sotto terra [13]. Il progetto Porto Tolle ha ricevuto 100 milioni di fondi attraverso il Programma Europeo dell’Energia per la Ripresa (EEPR) [14] e avrebbe dovuto entrare a far parte del progetto a scopo dimostrativo dell’European Carbon Capture and Storage (CCS) Demonstration Project Network. Nel 2013 ENEL ha rinunciato al progetto dimostrativo CCS e ha fermato il finanziamento europeo a causa dei ritardi nella programmazione e dei problemi relativi alle autorizzazioni necessarie per la conversione.

Area del progetto160 ettari
Livello degli investimenti:2,500,000,000 Euro
Tipo di popolazioneSemi-urbana
Popolazione impattata:73.000 abitanti del Parco Regionale del Delta del Po della Regione Veneto
Data di inizio del conflitto:2005
Data di fine del conflitto:2014
Imprese coinvolte (private o pubbliche)ENEL Group (Enel) from Italy
Attori governativi rilevanti:Ministero dell’Ambiente; Regione Veneto; Provincia di Rovigo; Comune di Porto Tolle; Comune di Rosolina; Comune di Adria.
Istituzioni internazionali o finanziarieEuropean Energy Program for Recovery (EEPR)
European Union (EU)
Organizzazioni della società civile e le loro pagine web, se disponibili:* Comitato cittadini liberi di Porto Tolle - http://elettroblackout.altervista.org/index.htm * Coordinamento dei comitati per la difesa della salute e dell’ambiente del Polesine - http://www.notavtorino.org/pattomutuosoccorso/2007-2008/regioni/veneto.htm * Italia Nostra - http://www.italianostra.org * Rete No Coke Nazionale - http://www.nocoke.org * Greenpeace * Legambiente * WWF * Coordinamento Veneto contro il carbone - http://www.globalproject.info/it/tags/no-carbone/community * ISDE-Medici per l'Ambiente - http://www.isde.it * Forum ambientalista - http://www.forumambientalista.org * Rete Stop Enel - http://stopenel.org
Conflitto e mobilitazione
Intensità del conflittoMedia (proteste, mobilitazione visibile)
Temporalità del conflittoResistenza preventiva (fase di precauzione)
Gruppi mobilitati:Lavoratori industriali
Lavoratori informali
Organizzazioni sociali internazionali
Organizzazioni sociali locali
Governi locali/partiti politici
Abitanti (cittadini/comunità rurali)
Pastori
Movimenti sociali
Sindacati
Utenti a scopo ricreativo
Scienziati / professionisti locali
Gruppi religiosi
Pescatori
Forme di mobilitazione:Azioni artistico-creative (es. teatro guerilla, murales)
Elaborazione di documenti indipendenti (es. reports, dossier, note informative)
Lavoro di rete/azioni collettive
Sviluppo di proposte alternative
Coinvolgimento delle ONG nazionali e internazionali
Occupazione di terre
Azioni legali/giudiziarie
Media-attivismo
Presentazione osservazioni alla VIA/AIA
Lettere e petizioni di reclamo
Campagne pubbliche di informazione e denuncia
Occupazioni di spazi pubblici e edifici
Nel 2006, gli attivisti di Greenpeace hanno occupato per tre giorni la centrale di Porto Tolle per protestare contro il Progetto della Centrale a Carbone. Gli attivisti sono saliti fino alla ciminiera della centrale elettrica (a 250 metri), e hanno esposto dei manifesti contro la decisione dell’Enel di convertire la centrale all’uso del carbone. Sono stati arrestati 25 attivisti a causa dell’occupazione della centrale, che sono stati poi assolti nel 2013. Gli attivisti locali hanno organizzato eventi e dimostrazioni (ad esempio la dimostrazione nazionale contro l’uso del carbone in Adria nell’Ottobre del 2011) insieme ad altre associazioni, comitati locali e networks contro l’uso del carbone [15].
Impatti del progetto
Impatti ambientaliPotenziale: Inquinamento atmosferico, Incendi, Riscaldamento globale, Degradazione paesaggistica, Contaminazione dei suoli, Contaminazione delle acque di superficie e peggioramento della qualità delle acque, Altro (specificare sotto)
Altro (specificare sotto)La centrale potrebbe emettere nell’atmosfera quantità elevate di CO2, SO2, NOx, PM provocando forti danni all’ambiente [16]. * I periti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno quantificato per la centrale elettrica di Porto Tolle, riprendendo la stessa metodologia utilizzata da Greenpeace-Somo, 2,6 miliardi di euro di danni sanitari tra il 1998 e il 2009 e più di un miliardo di euro per omessa ambientalizzazione [17].
Impatti sulla salutePotenziale: Incidenti/infortuni, Esposizione a fattori a rischio incerti o non conosciuti (es. radiazioni), Malattie professionali e incidenti sul lavoro, Morti
Altro (specificare)In un report del 2012 pubblicato dall’organizzazione indipendente SOMO sono state calcolate le possibili morti premature causate dalle emissioni della centrale [16].
Impatti socio-economiciPotenziale: Aumento della corruzione/cooptazione dei diversi attori, Mancanza di sicurezza sul lavoro, assenteismo al lavoro, licenziamenti, disoccupazione, Perdità dei mezzi di sussistenza, Deterioramento del paesaggio/perdita del senso del luogo
Altro (specificare)L’industria locale del pesce e le attività legate al turismo avrebbero potuto subire dei danni a causa degli impatti dovuti al progetto sull’uso del carbone.
Risultati
Status attuale del progettoFermato
Risultato del conflitto/risposta:Sentenze favorevoli alla giustizia ambientale
Rafforzamento della partecipazione
Sviluppo di proposte alternative:Le associazioni hanno proposto due possibili alternative contro l’uso del carbone. Da una parte lo smantellamento e il ripristino dell’area contaminata dalla centrale a olio-combustibile e la sua conversione alle energie rinnovabili. Dall’altra, la conversione al gas naturale.
Consideri questo caso una vittoria dei movimenti per la giustizia ambientale?:SI
Spiegare brevemente il motivoLa mobilitazione, grazie anche al supporto delle associazioni ambientaliste nazionali e internazionali, è stata in grado di far fronte al processo di autorizzazione mettendo in luce gli aspetti negativi del progetto. Inoltre è cresciuta nel corso degli anni ed è riuscita a coinvolgere molti cittadini, informando la popolazione locale sul progetto e sugli impatti per la salute e l’ambiente. La partecipazione degli abitanti costituisce un grande successo in un’area in cui la mancanza di informazione e di interesse stava portando ad accettare progetti inquinanti (come la centrale a olio combustibile) in cambio di lavoro e di sviluppo urbano. La mobilitazione è stata organizzata per riunire e mettere in rete le associazioni, presenti anche in altri luoghi, contrarie al progetto dell’Enel di utilizzare il carbone. Il progetto di conversione a carbone della centrale è stato fermato. Nonostante vi siano ovvie ragioni strategiche per Enel, è indiscutibile l’importante apporto della mobilitazione a tale risultato.
Fonti e materiali
Leggi e normative correlate - fonti legislative e testi giuridici

[1]Regional Law 8 September 1997, n. 36 (BUR n. 74/1997)
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State Council sentence n. 3569/2012
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Bibliografia di libri pubblicati, articoli universitari, film o documentari pubblicati

[2]Enel Today & Tomorrow. Hidden Costs of the Path of Coal and Carbon versus Possibilities for a Cleaner and Brighter Future, SOMO, May 2012
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[3]Porto Tolle CCS demonstration project, 2011
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[4]Observations to the Environment Minister. Comitato "cittadini liberi-Porto Tolle", Associazione WWF Provinciale di Rovigo e Ass. Italia Nostra onlus Sezione di Rovigo. 30/01/2013
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[5]Study on the environmental compensations reported by the Institute for Environmental Protection and Research (Ispra). 01/2014
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[6]Arrests Enel bis process
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Report on Enel activities, Rete Stop Enel, 2012
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Legambiente article, february 2012
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Po Delta Regional Park
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Article on the conversion process, June 2012
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Surveys on health impacts of fuel oil power plant, 01/2014
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Minister of environment stopped authorizations, 01/2014
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Rovigo Oggi online newspaper, Porto Tolle plant articles
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Il Fatto Quotidiano newspaper web page, Porto Tolle plant articles
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WWF campaign
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Media correlati - links a video, campagne, social networks

Greenpeace against coal in Porto Tolle
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Meta informazioni
Collaboratore:CDCA (cdca.it)
Ultima modifica31/07/2018
ID del conflitto:1507
Conflitti relazionati
Commenti
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