Ultima modifica:
11-03-2014

Estrazione di idrocarburi ENI in Val D'Agri

Sfruttamento petrolifero targato ENI in Basilicata. Ricatto occupazionale e contaminazione ambientale.



Descrizione:

Nel territorio della Val D’Agri, area interna dell’Appennino lucano, è ubicato il più grande giacimento di idrocarburi dell’Europa continentale [1], il cui sfruttamento da parte di ENI (ex Ente Nazionale Idrocarburi) ha preso il via negli anni ’90 [2]. Nel 1998 è stato siglato l’accordo tra governo nazionale e regionale sullo sviluppo del programma petrolifero e di seguito è stata sottoscritta la prima intesa tra Stato, Regione e ENI per lo sfruttamento del giacimento, che ha visto un aggiornamento nel 2012 [2][3].

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Informazioni di base
Nome del conflitto Estrazione di idrocarburi ENI in Val D'Agri
NazioneItalia
Città e regioneProvincia di Potenza, Basilicata
Localizzazione del conflittoComuni della Val D’Agri: Viggiano, Calvello, Marsico Nuovo, Grumento Nova, Marsicovetere, Montemurro, Paterno, Tramutola
Accuratezza della localizzazioneMedia (livello regionale)
Causa del conflitto:
Tipo di conflitto. Primo livelloEnergia (fossile, rinnovabile e giustizia climatica)
Tipo di confitto. Secondo livelloEsplorazione ed estrazione di gas e petrolio
Gas flaring
Raffinazione gas e petrolio
Creazione/conservazione di riserve/parchi naturali
RisorseGas naturale
Petrolio
Dettagli del progetto e attori coinvolti
Dettagli del progetto

Le prime indagini esplorative in Val D'Agri risalgono all'inizio del '900 [30]. Dal 1937 alla fine degli anni ‘50 l'Agip (Compagnia di proprietà del gruppo ENI dal 1953 e da questa assorbita alla fine degli anni ’90 per diventarne la Divisione Exploration & Production) ha portato avanti attività di ricerca e coltivazione del primo giacimento scoperto a Tramutola [30]. A partire dal 1975, dopo una pausa di 15 anni, l'Agip ha ripreso ad esplorare la zona. Nel 1981, ai piedi della montagna di Viggiano viene scoperto il giacimento ad olio leggero “Trend 1” o “Val D'Agri” per il quale l'Agip ha ottenuto nel 1984 il permesso di coltivazione dal Ministero dell'industria [30]. A partire dagli anni '90 è iniziato lo sviluppo del giacimento Val D'Agri con tre titoli minerari affidati all'Agip (Volturino, Grumento Nova e Caldarosa) con le seguenti concessioni: 1 - Volturino: 45% Eni, Enterprise oil 55% 2 - Caldarosa: operatore unico Agip 3 - Grumento Nova: Agip 60%, Enterprise oil 40% Nel 1996, per la prima lavorazione del petrolio è stato costruito a Viggiano il Centro Olio "Monte Alpi" con una capacità di trattamento di 1.200 m3/giorno di olio, equivalenti a 7.500 barili/giorno e 300.000 m3/giorno di gas.Il Centro Oli è entrato in funzione nel 1996 [30] ed è stato ampliato nel 2001 prendendo il nome di COVA, “Centro Oli Val D'Agri”. A partire dal 2005 le diverse concessioni sono confluite nella “Concessione Val D’Agri”, una joint- venture tra ENI (61%) e Shell (39%) [30]. Il 7 ottobre 1998 è stato siglato l'accordo tra governo nazionale e regionale sullo sviluppo del petrolio in Val D'Agri . Subito dopo, nel novembre 1998, dopo lunghe discussioni, è stata siglata l'intesa tra Regione e ENI per lo sfruttamento del giacimento della Val D'Agri [2]. Il livello estrattivo massimo previsto dall'accordo è di 104.000 barili al giorno (16.500 metri cubi al giorno) [5]. L'Intesa prevedeva precisi impegni per l'ENI, mai rispettati tra cui: realizzazione, a spese della società per un importo di 10 miliardi di lire, di un sistema di monitoraggio ambientale da ultimare e mettere in funzione entro la fine del 2000; mantenimento del sistema di monitoraggio ambientale con 6 miliardi di lire l'anno per 10 anni e garanzia dell'aggiornamento tecnologico del sistema; avvio e organizzazione dell'Osservatorio Ambientale della Regione Basilicata col compito di tutelare e valorizzare le risorse ambientali [31]. Solo nel 2011 l’osservatorio ambientale ha cominciato l’opera di monitoraggio con la messa in funzione delle prime centraline di rilevamento delle sostanze inquinanti. Nel 2011 è stato avviato un nuovo ammodernamento del COVA ed approvato il nuovo programma di sviluppo della Concessione Val d’Agri, approvato nel 2012 [32]. La variazione dei lavori prevede la perforazione di altri tre pozzi di ricerca, la perforazione di altri 6 pozzi di sviluppo, l'allestimento e messa in produzione di 9 pozzi già perforati con realizzazione delle aree pozzo, installazione delle condotte di collegamento, tra le attività previste c'è anche la trasformazione del pozzo Monte Alpi 9 in un pozzo di reiniezione. La prima linea del Centro Oli è stata ultimata nel 1996 [30]. La produzione a pieno regime è in corso dal 2005 dopo la fine dei lavori di adeguamento del Centro Oli. Il costo totale dell’investimento era stimato nel 2008 in 1,54 miliardi di euro. A partire dal 2011 sono in corso trattative tra ENI, Stato e Regione per l’aumento della produzione nominale di base del Centro Oli di Viggiano fino a 129.000 barili. Nel 2014 è entrato in funzione il pozzo Alli 2 in località Villa d’Agri a 300 metri in linea d’aria dal centro abitato ed 800 dall’ospedale di zona [33]. Intanto diverse compagnie petrolifere continuano le istanze di permessi di ricerca per la coltivazione di idrocarburi in Basilicata, incoraggiati dal varo, a livello nazionale, della Strategia Energetica Nazionale tutta puntata sugli idrocarburi e sull’ampliamento della frontiera estrattiva in terra e in mare e dal decreto “Sblocca Italia” riconvertito in legge nel novembre del 2014 [13][14]. Ad oggi le attività estrattive di ENI - secondo i dati forniti dall’Unmig (Ufficio nazionale mineraria per gli idrocarburi e le georisorse) interessano 38 pozzi di cui 22 in produzione e 16 produttivi non eroganti [4]. Secondo i dati forniti dal report aziendale nel 2014 la produzione giornaliera in Basilicata è di 3.98 milioni di metri cubi di gas e di circa 83’000 barili di olio al giorno [5] Sempre ad oggi la Capacità nominale di trattamento è di 104.000 barili di petrolio/giorno (corrispondenti a 16.500 metri cubi al giorno) e 4.660.000 Sm3/g (standard metri cubi al giorno) dopo il completamento della 5° linea gas [34].

Area del progetto60.000 ha
Livello degli investimenti:2,7 miliardi €
Tipo di popolazioneSemi-urbana
Popolazione impattata:48.000 (abitanti dei Comuni della Val D’Agri)
Data di inizio del conflitto:01/01/1996
Imprese coinvolte (private o pubbliche)Ferrero International S.A. from Italy
Shell (Shell)
Attori governativi rilevanti:Ministero Attività produttive; Ministero dell’Ambiente; Regione Basilicata; ARPAB; Provincia di Potenza; Comuni della Val D’Agri: Viggiano, Calvello, Marsico Nuovo, Grumento Nova, Marsicovetere, Montemurro, Paterno, Tramutola.
Istituzioni internazionali o finanziarieBanca Europea degli Investimenti ( BEI)
Organizzazioni della società civile e le loro pagine web, se disponibili:* Osservatorio Popolare della Val D'Agri * OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - www.olambientalista.it * Laboratorio per Viggiano - www.viggianolab.it * Comitato No Oil Lucania - www.comitatonooilpotenza.com * Onda Rosa (Libero Osservatorio per la Val D’Agri) - http://liberosservatoriovaldagri.wordpress.com * Associazione Libera - http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/460 * Legambiente Basilicata - www.legambientebasilicata.it * WWF Basilicata - http://basilicata.wwf.it
Conflitto e mobilitazione
Intensità del conflittoMedia (proteste, mobilitazione visibile)
Temporalità del conflittoIn reazione all'implementazione del progetto
Gruppi mobilitati:Lavoratori industriali
Organizzazioni sociali internazionali
Organizzazioni sociali locali
Governi locali/partiti politici
Abitanti (cittadini/comunità rurali)
Movimenti sociali
Sindacati
Organizzazioni/comitati di donne
Scienziati / professionisti locali
Forme di mobilitazione:Blocchi stradali o picchetti
Elaborazione di documenti indipendenti (es. reports, dossier, note informative)
Lavoro di rete/azioni collettive
Sviluppo di proposte alternative
Coinvolgimento delle ONG nazionali e internazionali
Azioni legali/giudiziarie
Media-attivismo
Presentazione osservazioni alla VIA/AIA
Lettere e petizioni di reclamo
Proteste di strade/manfestazioni
Occupazioni di spazi pubblici e edifici
Impatti del progetto
Impatti ambientaliPotenziale: Inquinamento atmosferico, Insicurezza alimentare/danni alle produzioni agricole, Riscaldamento globale, Inquinamento acustico, Fuoriuscite di petrolio, Deforestazione/perdita di aree verdi/vegetazione, Contaminazione delle acque di superficie e peggioramento della qualità delle acque, Contaminazione delle falde acquifere/riduzione dei bacini idrici, Perdita di biodiversità, Contaminazione dei suoli, Impatti sul sistema idrogeologico, Riduzione della resilienza ecologica/idrogeologica
Altro (specificare sotto)Sia dai pozzi che dal COVA vengono emesse sostanze nocive e dannose all’agricoltura, alle persone, agli esseri viventi, tra cui: idrogeno solforato (H2S), nitrati (NOx), composti organici volatili (VOC), idrocarburi policiclici aromatici (PAH), composti non metanici (NMHC), polveri pericolose. Il complesso sistema di perforazione, estrazione, trasporto e smaltimento delle acque di strato durante gli ultimi 16 anni è stato interessato da una sequenza di incidenti più o meno gravi: blow-out, perdite lungo le condotte degli oleodotti, durante le fasi di perforazioni, cedimenti di camiciature dei pozzi, missioni di gas e liquidi del centro olio, contaminazioni avvenute nelle fasi di trasporto del greggio e lungo le condotte di reiniezione ed altro ancora. Una sequenza di effetti collaterali spesso poco noti, ma che hanno avuto ed hanno una grande rilevanza in termini di impatti ambientali. La vulnerabilità degli acquiferi di superficie e di profondità della Val d’Agri (sistemi idrici di superficie ed aree di ricarica delle sorgenti) è influenzata dalle attività petrolifere. All’interno del territorio della concessione Val d’Agri ricadono sorgenti importanti per il territorio regionale e quello interregionale per l’approvvigionamento idrico anche della vicina Puglia, con oltre 4 milioni di utenze servite ed aree agricole che utilizzano l’acqua della Val d’Agri. Nel 2012 a seguito di una anomala moria di pesci, nelle acque della Diga del Pertusillo, invaso artificiale che approvvigiona di acqua potabile la popolazione Pugliese, sono state rinvenute, tracce di idrocarburi nell’acqua e nei sedimenti del fondale, con concentrazione al di sopra dei limiti previsti di metalli pesanti (analisi svolte dalla professoressa Albina Colella, del dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università della Basilicata assieme al tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello). La Val d’Agri è a rischio sismico elevato; è a rischio di stabilità idrogeologica e di subsidenza. Stuzzicare i delicati equilibri geologici può innestare terremoti anche di magnitudine elevata. La sismicità e la contaminazione delle acque sono anche correlate al processo di reiniezione delle acque di strato nel pozzo “Costa Molina 2”.
Impatti sulla salutePotenziale: Incidenti/infortuni, Malattie professionali e incidenti sul lavoro, Altre malattie legate alla contaminazione ambientale, Esposizione a fattori a rischio incerti o non conosciuti (es. radiazioni)
Altro (specificare)La penultima indagine epidemiologica che ha fotografato lo stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree interessate dalle estrazioni petrolifere risale all'anno 2000. Un progetto di supporto tecnico-scientifico e formativo allo sviluppo dell’Osservatorio epidemiologico regionale, frutto di una convenzione tra la Regione Basilicata e il Consorzio Mario Negri Sud, con l'obiettivo di implementare sistemi informativi orientati al monitoraggio sanitario delle comunità particolarmente esposte a rischi di inquinamento industriale. Le indagini, basate sulla valutazione delle schede di dimissione ospedaliera del triennio 1996-1998, utilizzabili per l’analisi epidemiologica degli eventi sentinella mediamente più gravi, riguardarono un territorio della Val d'Agri che all'epoca faceva registrare poco più di 11 mila residenti. “L’analisi condotta - come è possibile leggere nella Relazione sanitaria regionale del 2000 - mostra […] tassi di ospedalizzazione urgente per eventi sentinella cardio-respiratori mediamente più elevati rispetto all’insieme regionale”. In particolare, nell'area della Val d’Agri furono registrati tassi di incidenza da 2 a 2,5 volte superiori alla media regionale di “asma, altre condizioni respiratorie acute, ischemie cardiache e scompenso”. Risultati preoccupanti se si considera che l'aumento significativo di alcune patologie cardio-respiratorie si è verificato dopo nemmeno 3 anni dall'entrata in funzione del Centro olio ENI di Viggiano, inaugurato nel 1996. Dopo anni di attesa nel 2016 sono finalmente partiti i lavori della VIS - valutazione di impatto sanitario, che dovranno misurare gli impatti epidemiologici sulle comunità che risiedono nelle vicinanze delle installazioni petrolifere. Il 22 Settembre 2017 sono stati presentati i risultati della VIS: a causa dell’attività petrolifera, a Grumento e ancor più a Viggiano ci si ammala e si muore maggiormente che nel resto della valle e della regione. Nello specifico, a Viggiano si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause e per malattie cardiocircolatorie per uomini e donne, come anche per tumore al polmone delle donne. Eccesso di mortalità per tutte le cause, pur non significativo statisticamente, si registra anche a Grumento, dove è invece in eccesso la mortalità per tumore allo stomaco in entrambi i sessi [28][29].
Impatti socio-economiciPotenziale: Perdità dei mezzi di sussistenza, Perdita di tradizioni/pratiche/saperi/culture, Espropri di terra, Deterioramento del paesaggio/perdita del senso del luogo, Altro (specificare)
Altro (specificare)Abbandono delle terre coltivate e delle attività agricole; Diminuzione dell’economia turistica; Spopolamento.
Risultati
Status attuale del progettoOperativo
Risultato del conflitto/risposta:Compensazioni
Rafforzamento della partecipazione
Nuove valutazioni d'impatto ambientali e altri studi
Sviluppo di proposte alternative:Le associazioni ed i comitati attivi sul territorio hanno proposto, a più riprese: 1) il blocco definitivo delle autorizzazioni regionali, ed ora nazionali, che stanno portando all’aumento delle attività estrattive in Val d’Agri; 2) l’attuazione di monitoraggi quotidiani sull’ambiente ed indagini epidemiologiche sui residenti gestiti da enti terzi; 3) la piena valorizzazione del territorio interessato da un parco nazionale, siti di interesse comunitario, zone di protezione speciale ed area di biodiversità riconosciute dai maggiori enti di tutela ambientale, al fine di puntare sul turismo, sulle risorse paesaggistiche e sull’agricoltura biologica.
Consideri questo caso una vittoria dei movimenti per la giustizia ambientale?:NO
Spiegare brevemente il motivoGli ultimi accordi stipulati dal 2011 (Memorandum) al 2012 (Aggiornamento del piano di sfruttamento della concessione Val d’Agri) dalle compagnie petrolifere con Regione Basilicata e Stato, nonché l’approvazione di strumenti di indirizzo nazionale come la Strategia energetica nazionale o norme come il decreto Sblocca Italia hanno reso impossibile l’attuazione delle proposte avanzate da associazioni e comitati, ma al tempo stesso l’attività della società civile ha portato ad un livello di partecipazione ed informazione consapevole sui rischi e sugli effetti delle attività estrattive per la salute, l’ambiente e le economie locali. La risposta di opposizione più grande, a livello regionale, c’è stata in occasione della manifestazione del 4 dicembre, organizzata dalle associazioni studentesche per dire di no al decreto Sblocca Italia. Tra gli oppositori al decreto si è registrata anche la forte presa di posizione di 65 amministrazioni comunali su 131 dell’intera regione che hanno chiesto alla Regione Basilicata di impugnare il decreto e dire definitivamente di no al raddoppio delle attività di estrazione di petrolio e gas. I 65 sindaci – caso unico in Italia – non sono stati ascoltati.
Fonti e materiali
Leggi e normative correlate - fonti legislative e testi giuridici

[3] Il Protocollo d’Intenti tra Eni e Regione Basilicata sulla Val d’Agri
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[9] Memorandum di intesa Stato-Regione Basilicata
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[11] Decreto Legislativo 25 novembre 1996, n. 625

"Attuazione della direttiva 94/22/CEE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi"
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[13] Decreto legge del 12 settembre 2014, n.133 detto "Sblocca Italia"
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[14] Conversione in legge, con modificazioni, dello "Sblocca Italia" con decreto legge n.164 novembre 2014
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[32] Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00310 | Atto n. 1-00310 | Pubblicato il 23 settembre 2014, nella seduta n. 315
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Quadro giuridico amministrativo
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Bibliografia di libri pubblicati, articoli universitari, film o documentari pubblicati

[1] Articolo pubblicato su "Eniday.it"
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[2] Report di Eni del 2012 "ENI in Basilicata"
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[4] Ministero dello sviluppo economico - DGS-UNMIG | Titoli minerari vigenti
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[5] Report Locale di Eni del 2014 "Eni in Basilicata"
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[6] Impianti Eni in Basilicata | Descrizione sul sito di ENI
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[21] Comunicato ENI del 24 Febbraio 2017
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[22] Comunicato Osservatorio Popolare della Val d’Agri del 24 Febbraio 2017
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[29] Studi sul territorio e sulla popolazione dei comuni di Viggiano e Grumento Nova in Val d’Agri | 2017
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[31] Secondo rapporto sull’ENI e il suo indotto industriale e occupazionale in Val d’Agri
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[34] Descrizione impianti ENI Basilicata
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Alliegro E., "Il totem nero, sviluppo e conflitti in Basilicata", 2012, CISU, Roma

Dommarco P., "Trivelle d'Italia", 2012, Altreconomia Edizioni

Report Val D’Agri, “Cosa bolle in pentola”, 2014

Reportage del mensile "Internazionale" dell'Agosto 2015
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Blog di Pietro Dommarco
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Dossier di Legambiente "Petrolio in Val D'Agri il dado non è tratto"
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[7] Articolo del quotidiano "Il Fatto Quotidiano" del 29 marzo 2012
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[8] Articolo e video del quotidiano "Il Corriere della Sera"
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[12] Articolo del quotidiano online "Quale energia" del 30 Dicembre 2014
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[15] Articolo del quotidiano "La Repubblica" del 31 marzo 2016
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[16] Articolo del quotidiano "Il Fatto Quotidiano" del 31 marzo 2016
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[17] Articolo del quotidiano "Il Fatto Quotidiano" del 2 aprile 2016
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[18] Articolo del quotidiano "Il Sole 24 Ore" del 2 Giugno 2016
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[19] Nota Ansa del 14 Dicembre 2016
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[20] Articolo del blog online "lanuovaecologia.it" del 16 Dicembre 2016
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[23] Articolo del quotidiano "The Post Internazionale" del 24 febbraio 2017
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[24] Nota ANSA del 24 Febbraio 2017
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[25] Articolo del quotidiano "Il Fatto Quotidiano" del 13 Marzo 2017
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[26] Articolo del quotidiano "Canale 189 news" del 5 Maggio 2017
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[27] Comunicato dell’Osservatorio Popolare della Val D’Agri Settembre 2017
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[28] Articolo del quotidiano "Il Manifesto" del 23 Settembre 2017
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[30] Storia delle estrazioni in Basilicata sul Sito dell'Osservatorio Ambientale Val D'Agri
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[33] Articolo pubblicato sul mensile "Terre di Frontiera" del 15 Gennaio 2014
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Media correlati - links a video, campagne, social networks

[10] sMemorandum in Camper (promo Ola Channel) dell'11 Agosto 2011
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Puntata della trasmissione Rai "AGORÀ" del 5 aprile del 2016
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Puntata della trasmissione Rai "Presa diretta" del 22 febbraio 2015
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Trailer del documentario "Nero d'Italia" di Valeria Castellano del 2013
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Meta informazioni
Collaboratore:Elena Torreggiani (CDCA); Pietro Dommarco (OLA Basilicata)
Ultima modifica19/02/2018
ID del conflitto:4556
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