| Sin dagli anni ’50, il tratto di costa oggetto del conflitto è stato d’interesse per le compagnie petrolifere. Dapprima l’AGIP (1955-1970), poi la GULF italia (1970-1973), ma entrambe rinunciarono alla coltivazione. Stesso epilogo per le indagini condotte dalla ELF Italiana tra il 1975 ed il 2000, nonostante la realizzazione del Pozzo Ombrina Mare 1. Nel 2002, la Società Gas della Concordia S.p.A. inoltrava una richiesta di istanza di permesso di ricerca (d.491B.R.-GC), che è stato ottenuto nel 2005 (B.R269.GC) per la durata di 6 anni [1].
Il conflitto tra la popolazione e le attività petrolifere si avvia sostanzialmente solo nell’autunno 2007, quando diventa di dominio pubblico il progetto denominato “Centro Oli” ad Ortona. In pochi mesi la protesta popolare sposta l’intera classe politica dal convinto assenso iniziale ad una totale opposizione, nonostante il “Centro Oli” avesse acquisito tutte le autorizzazioni di legge. Il 15 marzo 2008 migliaia di persone scendono in piazza a Pescara contro la deriva petrolifera e le tante emergenze ambientali della Regione. Nasce EmergenzAmbienteAbruzzo, rete che unisce associazioni, comitati, movimenti, attività produttive [2]. La mobilitazione scaturita ha portato ad una nuova consapevolezza della popolazione e alla nascita di un forte movimento capace di opporsi ad ogni progetto e ad ogni istanza in tutta la Regione.
A seguito di cessione di ramo d’azienda, il 28 luglio 2005 la Società Intergas Più S.r.l. diveniva titolare del permesso. Questa presentava istanza di pronuncia di compatibilità ambientale per la realizzazione del pozzo Ombrina Mare 2. Il parere favorevole giungeva il 6 dicembre 2007. È il 2008 quando entrava in scena la Medoilgas, a seguito del passaggio di quote dalla Società Intergas Più S.r.l.. La Medoilgas completava il Pozzo Ombrina Mare 2 che, secondo le stime della Società Italiana Mineraria, conterrebbe 20 milioni di barili di olio e 140-250 milioni metri cubi di gas. Presentava, quindi, istanza di concessione di coltivazione (d30B.C.-MD), all’interno dell’area relativa al permesso di ricerca d.491B.R.-GC. Successivamente, veniva accordata una sospensione del decorso temporale del permesso di ricerca (dal 5 maggio 2011 al 5 maggio 2012). Il 29 aprile 2011 la Medoilgas inoltrava istanza di riduzione del permesso di ricerca, al fine di ridurlo esattamente all’area della concessione di coltivazione.
Dopo il disastro del “Golfo del Messico” nel 2010 il Decreto Prestigiacomo impose il divieto di estrazioni petrolifere per cinque miglia (12 in presenza di Aree Protette) [3]. Anche l’iter autorizzativo di Ombrina Mare 2 viene quindi stoppato. Nell’autunno 2012 il “Decreto Passera” abolisce questo divieto e, poco dopo, l’iter di Ombrina Mare 2 riparte. Subito si attiva la mobilitazione di associazioni, comitati, movimenti, cittadini, anche istituzioni che raggiungerà il suo “picco” con la manifestazione del 13 Aprile 2013, quando 40.000 persone hanno partecipato a Pescara a quella che fu la più grande manifestazione (fino al 2013) che l’Abruzzo ricordi. Un’altra manifestazione, per chiedere di bloccare Ombrina e progetti come il resort e concludere l’iter autorizzativo del Parco Nazionale della Costa Teatina, si è realizzata a San Vito Marina il 23 Agosto 2013, indetta dal Centro Sociale Occupato Autogestito Zona 22.
Nei mesi successivi alla manifestazione di Pescara il Ministero dell’Ambiente ha deciso di sottoporre l’intero progetto alla procedura per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), e non solo per la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) come richiesto precedentemente. Contro tale decisione la Medoil ha opposto ricorso al TAR del Lazio, bocciato nell’Aprile 2014, e successivamente al Consiglio di Stato. Nel bocciare il ricorso della Medoil, il TAR ha riconosciuto l’importanza dell’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina e della legge regionale sui trabocchi.
Dopo alcuni mesi, il 6 marzo 2015, inaspettatamente, la Commissione VIA-VAS nazionale ha dato “parere favorevole con prescrizione numero 1154 del 25 gennaio 2015” alla VIA per Ombrina Mare. Immediatamente è ripartita la mobilitazione: il 29 marzo oltre 500 persone hanno partecipato all’assemblea ospitata dal Centro Sociale Occupato Autogestito Zona22 che ha lanciato la manifestazione del 23 maggio a Lanciano [4]. Una manifestazione che ha superato ogni possibile previsione, 60.000 persone hanno attraversato il centro della città, 482 le adesioni pervenute di comitati, associazioni, movimenti, istituzioni. Un no ad Ombrina confermato anche durante il festival a trivelle zero organizzato a Zona22, nelle stesse settimane della firma dei ministri Galletti e Franceschini sul decreto conseguente al parere VIA. Il 14 ottobre 2015 centinaia di persone da tutta Italia hanno presidiato davanti al MISE durante la prima convocazione della conferenza dei servizi finale, poi rinviata di 3 settimane. Il 5 novembre il Consiglio Regionale abruzzese vota l’istituzione del Parco Marino Regionale “Trabocchi del chietino e costa frentana”, il 9 incredibilmente il MISE chiude la conferenza dei servizi per Ombrina ignorando il parco marino e le istanze degli enti locali.
Quando Ombrina era praticamente ad un passo il 23 dicembre un emendamento alla legge di stabilità ha modificato la normativa sulle 12 miglia, bloccandone così l’iter autorizzativo. Il 5 febbraio sul BUIG viene pubblicato l’avviso di “chiusura del procedimento e rigetto” di Ombrina Mare. Nei mesi di Luglio ed Agosto 2016 la Rockhopper ha definitivamente smantellato anche il pozzo esplorativo e il tripode di poco più di 10 metri presenti davanti la costa di San Vito Chietino e Rocca San Giovanni dal 2008. Dopo anni e anni di manifestazioni, sit in, dossier, mobilitazione ha vinto il popolo abruzzese!
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