Ultima modifica:
03-12-2021

Tra i vigneti della Valpolicella. L’impatto socio-sanitario dei pesticidi in viticoltura

La monocultura da vite e l’esposizione residenziale ai pesticidi minacciano la salute del territorio e dellə cittadinə della Valpolicella.



Descrizione:

In sintesi

L’effetto deriva rappresenta il movimento dei pesticidi nell'aria che possono raggiungere siti non bersaglio nel momento in cui viene effettuata la distribuzione del prodotto. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che solo una minima parte (2-3%) di quanto irrorato raggiunge il bersaglio [2]. Questi dati non sono trascurabili se si considera che la vite sembrerebbe essere tra le monocolture più impattanti e che, secondo ISPRA e ARPAV, Verona è tra le prime provincie in Italia sia per consumo di suolo (precisamente quarta nel 2020 con 166 ettari di verde in meno rispetto al 2019) sia per utilizzo e vendita di pesticidi nelle campagne. Se il Veneto nel 2018 è la prima regione italiana per impiego di pesticidi in agricoltura (con una media di ben 12kg di pesticidi per ogni ettaro di superficie agricola coltivata), Verona risulta la prima provincia veneta per vendita di prodotti fitosanitari caratterizzati da “tossicità acuta-GHS06” e “pericolosità per la salute-GHS08” [3][4]. Dati ufficiali sull’impatto socio-sanitario dei pesticidi utilizzati nei vigneti della Valpolicella tuttavia ancora mancano. Di fronte alle richieste dellə abitanti e dei comitati locali, le istituzioni non hanno ancora promosso inchieste di monitoraggio né sulla qualità ambientale del territorio, né sulla salute delle cittadine e dei cittadini espostə, ad esempio, attraverso osservazioni ad hoc o campionamenti di DNA. A livello politico, inoltre, non si è ancora arrivati all’effettiva applicazione di un regolamento di polizia rurale deciso e unitario per tutta la Valpolicella che limiti fortemente la vendita e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Ad oggi, secondo varie stime, i pesticidi più pericolosi verrebbero irrorati sul 60/70% dei vigneti totali, nei restanti casi i viticoltori coltiverebbero biologico (circa il 16%) o comunque rifiuterebbero l’utilizzo dei pesticidi più tossici. Nonostante nel caso specifico della Valpolicella manchino dati ufficiali e casi clinici comprovati, i medici di ISDE Verona e la letteratura scientifica sul tema hanno rivelato uno scenario preoccupante per lə abitanti della zona. In particolare, un uso massiccio di alcuni pesticidi particolarmente tossici a partire dagli anni Settanta/Ottanta avrebbe portato allə abitanti della regione – oltre alla manifestazione di sintomi quali lacrimazione, bruciore a occhi e gola e difficoltà respiratorie durante i periodi dei trattamenti – un forte incremento di patologie quali disfunzioni ormonali e metaboliche, “malattie della tiroide, diminuzione della fertilità, neuropatie degenerative come il Parkinson, bronchiti croniche e tumori” [5]. Accanto alla pericolosità delle singole sostanze contenute nei fitofarmaci, ulteriore e più seria preoccupazione hanno destato le miscele tra questi, sempre più tossiche quando combinate tra loro. È il cosiddetto problema del multiresiduo, un “cocktail micidiale” ancora poco studiato. Gli effetti sanitari e ambientali di queste sostanze, infatti, si manifestano perlopiù nel lungo periodo e necessitano monitoraggi continui per essere individuati chiaramente. Le persone direttamente esposte a questi veleni, inoltre, non sono le sole a riscontrare problemi di salute. Anche le generazioni future potrebbero risentirne attraverso l’insorgere di patologie ereditabili a livello epigenetico [6]. L’impatto sulla salute umana, in aggiunta, non è separabile da quello sulla salute del territorio, gravemente compromessa. Inquinamento del suolo e delle falde da un lato, e distruzione degli ecosistemi dall’altro, hanno comportato irreversibilmente una massiccia perdita della biodiversità locale. Conseguenza diretta dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari nei vigneti è ad esempio la moria di api e altri insetti impollinatori che annualmente si verifica durante i trattamenti. Inseriti in un contesto più globale, questi processi non fanno altro che alimentare la crisi climatica ed ecologica in atto.
una situazione già emersa in altri contesti del passato, ad esempio in occasione di eventi climatici estremi, di diffusione di patogeni su larga scala o di questioni geo-politiche. Importante è inoltre considerare e restituire valore al “come” le persone coinvolte vivono questa situazione .Raccogliendo alcune testimonianze, è emerso come la consapevolezza di vivere in un ambiente avvelenato e di essere espostə a tali rischi sanitari, assieme all’osservazione diretta di cambiamenti tanto rapidi a livello paesaggistico, abbiano prodotto in moltə valpolicellesi quella che potremmo definire una “perdita di senso del luogo abitato. Per fare alcuni esempi, a moltə di coloro che abitano accanto a vigneti trattati genera preoccupazione il solo mangiare i prodotti del proprio stesso orto, o il lasciare aperte le finestre di giorno Durante i periodi di irrorazione dei pesticidi, i genitori si trovano costretti a rinchiudere lə figliə in casa, a impedire loro di giocare in giardino. Tutto ciò in alcuni casi porta a conflitti e antipatie tra residenti e viticoltorə, dunque a malumori diffusi. La rapida trasformazione della Valpolicella in un vigneto urbano industrializzato, inoltre, ha generato in moltə abitanti del luogo un forte senso di ingiustizia, impotenza e rabbia, soprattutto per non essere statə coinvoltə in scelte politiche e di gestione territoriale che invece lə riguardava in prima persona. Di fronte ad una diffusa indifferenza politica e civica, in concomitanza con la pubblicazione dei primi studi documentati sulla tossicità dei pesticidi, dal 2010 alcunə cittadini e cittadine hanno quindi preso coscienza della gravità della questione e contestualmente hanno iniziato a formare comitati, movimenti e associazioni e a organizzare incontri, conferenze, manifestazioni, raccolte firme, orti biologici didattici e corsi di agroecologia. Fondamentale è stato fare rete con altre realtà locali, regionali e nazionali volte a obiettivi

comuni quali eliminare/ridurre/regolamentare maggiormente l’uso dei pesticidi più pericolosi, tutelare salute e biodiversità anche per le generazioni future, ripensare l’economia agricola promuovendo nel locale un’agricoltura biologica ed ecologicamente sostenibile. Nel 2011 si è tenuto un primo convegno a Bussolengo coi medici di Negrar con l’obiettivo di condividere i dati sul territorio e le conoscenze sul tema allora disponibili. Contestualmente alla formazione di comitati e associazioni, da un lato si è iniziato a mettere in campo delle soluzioni attraverso cicli di conferenze, progetti e iniziative. Tra queste vi è la premiazione annuale del Lombrico d’oro che, dal 2016, riconosce lə sindacə veronesi che più si sono distintə nella difesa ambientale del proprio comune. Dall’altro lato si è iniziato ad organizzare azioni di piazza, coordinate con altre città e associazioni, come i cortei e i presidi organizzati annualmente verso fine maggio dal movimento “Marcia Stop Pesticidi”, a Verona attivo dal 2018. Sempre nel 2018 è stata consegnata al sindaco di San Pietro in Cariano una petizione di 5mila firme raccolte da due mamme del posto che con forza chiedevano l’abbandono di una agricoltura chimica in favore di una biologica. Contemporaneamente si è limitato l’uso dei pesticidi più tossici attraverso un regolamento di polizia rurale promosso dalla Regione Veneto ma non adottato da tutti i comuni. Secondo un medico di ISDE Verona, sembrerebbe che solo 10 comuni su 98 a Verona facciano rispettare queste limitazioni. Nell’ottica di intersecare lotte diverse ma unite dallo stesso obiettivo, la giustizia ambientale, si è sentita in seguito l’esigenza di mappare le realtà attive esistenti per facilitarne la comunicazione. Nascono così le mappe di comunità di Valli Ferite [8] e di Utopie comunitarie [9]. Con urgenza, inoltre, è emersa la necessità di fare luce sullo stato di salute del territorio e delle persone direttamente esposte ai veleni. Nel 2019 ISDE Verona ha lanciato così un crowdfunding per finanziare

quello che nel 2020 sarebbe poi diventato il “progetto Verona CQ”: la prima inchiesta di biomonitoraggio conoscitivo e partecipato sulla presenza dei pesticidi sul territorio veronese. I campionamenti, distribuiti uniformemente al fine di restituire un quadro complessivo della situazione veronese, vengono raccolti dallə cittadinə sulle proprie stesse colture secondo dei criteri stabiliti e, in un secondo momento, inviati e analizzati in laboratorio. I risultati poi vengono gratuitamente resi fruibili sul sito di Utopie comunitarie con grafici e mappature [10].

Informazioni di base
Nome del conflittoTra i vigneti della Valpolicella. L’impatto socio-sanitario dei pesticidi in viticoltura
NazioneItalia
Città e regioneVerona
Localizzazione del conflittoRegione della Valpolicella (area comprendente i comuni di San Pietro in Cariano, Fumane, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Marano di Valpolicella, Negrar di Valpolicella e territori confinanti)
Accuratezza della localizzazioneAlta (livello locale)
Causa del conflitto:
Tipo di conflitto. Primo livelloBiomassa e conflitti legati alla terra (gestione delle foreste, dell'agricoltura, della pesca e degli allevamenti)
Tipo di confitto. Secondo livelloProduzione agricola intensiva (es.monoculture, allevamenti)
Agro-tossici
RisorseTerra
Pesticidi
Dettagli del progetto e attori coinvolti
Dettagli del progetto

Secondo l’ultimo report di veneto agricoltura, dal 2009 al 2018 la superficie agricola veneta vitata è passata, approssimativamente, da 71 a 94 mila ettari. Per estensione, Verona rappresenta la seconda provincia veneta più vitata e in particolare ha visto crescere il suo vigneto del +4,6% rispetto al 2017 [11]. Alcuni vigneti addirittura sono saliti di quota fino ad arrivare a paesini montani a 900m s.l.m., come successo a Spiazzi. Accanto al fenomeno di vitizzazione del paesaggio, Verona secondo ARPAV detiene il primato in Veneto per vendita di fitofarmaci caratterizzati da “tossicità acuta-GHS06” e “pericolo per la salute-GHS08”. A sua volta il Veneto detiene il primato in Italia per vendita e utilizzo di pesticidi in agricoltura con una media di 12kg/ha di SAU rispetto ad una media italiana di 4kg/ha di SAU nel 2018 [3]. Nell’esposizione residenziale ai pesticidi un ruolo fondamentale è giocato dal consumo di suolo, dunque da disboscamento, cementificazione e inurbamento. Secondo ISPRA Verona nel 2020 è la quarta provincia italiana per consumo di suolo con 166 ettari di verde in meno rispetto al 2019 [4].

Area del progetto24,000
Tipo di popolazioneSemi-urbana
Popolazione impattata:Qualche migliaio di persone stimate (dato sconosciuto)
Data di inizio del conflitto:01/01/1975
Attori governativi rilevanti:Regione Veneto;
Provincia di Verona;
Comuni di Negrar di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane,
Sant’Ambrogio di Valpolicella, Marano di Valpolicella, e limitrofi.
Organizzazioni della società civile e le loro pagine web, se disponibili:ISDE Verona https://www.isde.it/dove-lavoriamo/verona/
Terra Viva Verona http://www.terravivaverona.org/
Biodistretto della Valpolicella e Dintorni https://www.biodistrettovalpolicella.org/
Aveprobi https://www.aveprobi.org/
Marcia Stop Pesticidi https://www.marciastoppesticidi.it/
Valli ferite https://www.facebook.com/valliferite/
Gaspolicella http://www.gaspolicella.it/
Legambiente Valpolicella https://www.facebook.com/ValpolicellaLegambiente/
Comitato di Verona Sud https://www.comitatoveronasud.it/
Utopie comunitarie https://sites.google.com/view/bassecomunitarie/home
Conflitto e mobilitazione
Intensità del conflittoBassa (attività modesta di organizzazioni locali con scarsa capacità di mobilitazione)
Temporalità del conflittoResistenza preventiva (fase di precauzione)
Gruppi mobilitati:Contadini
Lavoratori informali
Organizzazioni sociali locali
Abitanti (cittadini/comunità rurali)
Movimenti sociali
Scienziati / professionisti locali
Forme di mobilitazione:Ricerca partecipativa (es. epidemiologia popolare)
Elaborazione di documenti indipendenti (es. reports, dossier, note informative)
Lavoro di rete/azioni collettive
Sviluppo di proposte alternative
Coinvolgimento delle ONG nazionali e internazionali
Campagne pubbliche di informazione e denuncia
Proteste di strade/manfestazioni
Impatti del progetto
Impatti ambientaliVisibile: Perdita di biodiversità, Insicurezza alimentare/danni alle produzioni agricole, Riscaldamento globale, Deforestazione/perdita di aree verdi/vegetazione
Potenziale: Perdita di biodiversità, Insicurezza alimentare/danni alle produzioni agricole, Riscaldamento globale, Deforestazione/perdita di aree verdi/vegetazione, Inquinamento atmosferico, Degradazione paesaggistica, Contaminazione dei suoli, Contaminazione delle acque di superficie e peggioramento della qualità delle acque, Contaminazione delle falde acquifere/riduzione dei bacini idrici, Impatti sul sistema idrogeologico, Riduzione della resilienza ecologica/idrogeologica, Inquinamento atmosferico, Degradazione paesaggistica, Contaminazione dei suoli, Contaminazione delle acque di superficie e peggioramento della qualità delle acque, Contaminazione delle falde acquifere/riduzione dei bacini idrici, Impatti sul sistema idrogeologico, Riduzione della resilienza ecologica/idrogeologica
Impatti sulla saluteVisibile: Altre malattie legate alla contaminazione ambientale
Potenziale: Altre malattie legate alla contaminazione ambientale, Esposizione a fattori a rischio incerti o non conosciuti (es. radiazioni), Esposizione a fattori a rischio incerti o non conosciuti (es. radiazioni), Morti, Morti
Impatti socio-economiciPotenziale: Deterioramento del paesaggio/perdita del senso del luogo, Perdita di tradizioni/pratiche/saperi/culture, Perdita di tradizioni/pratiche/saperi/culture, Deterioramento del paesaggio/perdita del senso del luogo
Fonti e materiali
Leggi e normative correlate - fonti legislative e testi giuridici

Regolamento dell’impiego di prodotti fitosanitari nel Comune di San Pietro in Cariano
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Regolamento dell’impiego di prodotti fitosanitari nel Comune di Negrar di Valpolicella
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Bibliografia di libri pubblicati, articoli universitari, film o documentari pubblicati

[2] Isde, Patrizia Gentilini, Esposizione a pesticidi e rischi per la salute umana, 2014
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[3] Arpa Veneto, Rapporto sullo Stato dell'Ambiente del Veneto, 2020
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[4] ISPRA, Rapporto Pesticidi, 2020
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[6] Kimberly C. Paul,a, Yu-Hsuan Chuang,a Myles Cockburn,d Jeff M. Bronstein,e Steve Horvath, b,c and Beate Ritz, Organophosphate pesticide exposure and differential genome-wide DNA methylation, 2019
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[7] Isde, Note sull’inquinamento da pesticidi in Italia, 2017
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[11] Rapporto di Veneto Agricoltura 2019 sul comparto vitivinicolo
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[1] Civiltà del bere, La Valpolicella blocca gli impianti per arginare il fenomeno Amarone, 2019
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[5] L'arena, «Basta pesticidi Avvelenano uomo e natura», 2019
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[8] Mappa di comunità di Valli Ferite
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[9] Mappa di comunità di Utopie comunitarie
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[10] Progetto Verona CQ e mappatura partecipata dei monitoraggi sulla presenza di pesticidi sul territorio veronese
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Meta informazioni
Collaboratore:Mattia Sandrini [email protected]
Ultima modifica03/12/2021
ID del conflitto:5752
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