Porto Marghera, grande polo industriale della città di Venezia, storico insediamento metallurgico e petrolchimico del nord Italia comprende differenti ambiti territoriali. Il porto commerciale e gli insediamenti della cantieristica e della logistica, che configurano il complesso delle attività produttive più vitali della zona, costituiscono l’area storica sorta agli inizi del XX secolo [1]. La seconda zona, prevalentemente legata al settore chimico è il centro della contaminazione ambientale e per questo nel 2002 è stata inserita nel perimetro del Sito di Interesse Nazionale “Venezia-Porto Marghera”che copre un’area di circa 5.730 ettari che attendono ancora un piano di risanamento [2][3]. All’interno di quest’area, nella zona di Fusina, Veritas -multiutility dell’energia e della gestione dei rifiuti [4]- intende attivare una terza linea di incenerimento e riammodernare le due linee già presenti e funzionanti, attraverso la sua controllata Ecoprogetto Venezia S.r.l., nell’impianto già esistente. Il comitato Opzione Zero, attivo da anni nel territorio su molteplici vertenze ambientali, si è mobilitato nell’aprile 2019 per approfondire la questione inerente la riattivazione delle linee di Fusina e ha coinvolto numerosi comitati, associazioni e cittadini della Riviera e del Veneziano. Obiettivo principale degli attivisti è stato fin da subito informare la cittadinanza degli aspetti tecnici e legislativi che riguardavano l’impianto, in assenza di un coinvolgimento attivo della popolazione da parte dell’amministrazione comunale, come dichiarato nelle osservazioni alla Valutazione di Impatto ambientale prodotte dalle associazioni nel settembre dello stesso anno [5]. La prima irregolarità segnalata da Opzione Zero ha riguardato la comunicazione alla cittadinanza, per mezzo dell’albo pretorio del Comune di Venezia, della richiesta di V.I.A. La pubblicazione tardiva da parte dell’amministrazione non ha garantito i 60 giorni a disposizione per la produzione di osservazioni previste per legge. Capitolo a parte riguarda gli impatti ambientali, che potrebbero avere ricadute al di fuori dell’ambito territoriale del comune di Venezia. La dispersione e la ricaduta dei fumi in uscita dai camini infatti potrà avere effettivi anche a decine di km di distanza, come dimostrato da vari studi ufficiali su analoghi impianti, presenti nell’area di Porto Marghera [6]. Nelle dichiarazioni per la richiesta di VIA, Ecoprogetto ha ritenuto che l’impianto non produrrà effetti negativi alla “matrice aria”, di rimando però gli attivisti sottolineano la possibilità che l’impianto possa generare cattivi odori e possa contribuire ad aumentare l’inquinamento atmosferico transfrontaliero [7]. Opzione zero ha posto l’accento anche sulla ricaduta su clima e acqua, il primo perchè l’impianto richiederà l’utilizzo di combustibili fossili e di rimando aumenterà la produzione di gas serra; la seconda per via del consumo di risorse idriche. In particolare il progetto prevederebbe di attingere dal corso naturale del Naviglio Brenta e dall’acquedotto consortile, per un totale di 178.250 mc/anno. A questa quantità ci sarebbe da aggiungere l’eventuale prelievo di acqua dalla Laguna di Venezia in caso di incendio. In conclusione gli attivisti hanno osservato che: non sarebbero state rispettate tutte le procedure atte a garantire la piena informazione e partecipazione del pubblico; la documentazione trasmessa dal proponente in prima istanza e a seguito della richiesta di integrazioni non sarebbe completa in molte sue parti; la documentazione presentata, risulterebbe gravemente carente e superficiale in aspetti essenziali per una corretta e completa procedura di valutazione[5]. A seguito delle osservazioni prodotte da Opzione Zero e da altre associazioni come Ecoistituto Veneto, Medicina Democratica di Mestre e Assemblea Permanente contro il Rischio Chimico, la Regione Veneto ha richiesto a Ecoprogetto delle integrazioni [8]. Le medesime sono state poi presentate dall’azienda a dicembre[9] Tuttavia non solo le questioni ambientali preoccupano la cittadinanza. Ecoprogetto Venezia appartiene al Gruppo Veritas per il 32,09%, ed è partecipata da ASVO SpA, AGRILUX Srl e da BIOMAN SpA; quest'ultima in particolare per il 50% fa capo ad Angelo Mandato uno dei principali protagonisti di un’inchiesta giornalistica, condotta da Fanpage. Dall’inchiesta è emerso lo stretto legame tra l’Ing. Mandato, capostipite di un castello di società che hanno come comune denominatore un unico indirizzo per la loro sede legale, e Sandro Rossato arrestato nel 2006 e nel 2014 perché accusato di compiere fatti illeciti in favore di alcune famiglie della ‘ndrangheta. Prima che Rossato venisse arrestato era diventato il vicepresidente della Sesa, importante società di compost del veneziano,e Mandato era stato chiamato come consigliere, per poi diventare qualche anno dopo amministratore delegato. Sandro Rossato per nove anni ha condiviso con Mandato la pianificazione degli affari della società estense prima di lasciare l’incarico di vicepresidente nel 2004, pochi anni prima dell’inizio delle indagini. [10]. A gennaio del 2020, nonostante le integrazioni presentate da Veritas-Ecoprogetto i movimenti ambientalisti hanno continuato la protesta, indicando l'impatto prospettato dall’azienda largamente sovradimensionato rispetto al fabbisogno reale della città e delle aree ad essa circostanti. Altra fonte di preoccupazione per comitati e cittadini è stata la previsione del conferimento nell’impianto di fanghi e percolati di discarica provenienti da zone potenzialmente inquinati da Pfas, diossine e clorurati, come riportato dalle associazioni in molti comunicati stampa [11]. Nonostante l’emergenza coronavirus i comitati hanno continuato a fare pressione sulle istituzioni e a tenere informata la popolazione per mezzo stampa. Il primo appuntamento di riattivazione è fissato per venerdì 5 giugno, dove cittadini e movimenti hanno intenzione di mettere a sistema le prossime iniziative per puntare maggiormente l’attenzione sul caso, soprattutto alla luce dell’incendio che si è propagato il 15 maggio nell’impianto di produzione di acetone della 3 V Sigma[12], un'industria chimica presente nell'area del polo industriale di Porto Marghera e attualmente monitorata da Arpa Veneto[13]. Hanno dimostrato solidarietà e vicinanza alla causa anche il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin dichiarando apertamente quanto fosse necessario avviare un dibattito con residenti, comitati e associazioni; e alcuni consiglieri appartenenti al Movimento 5 Stelle. |
Nome del conflitto | Inceneritore di Fusina |
Nazione | Italia |
Città e regione | Fusina, Venezia |
Localizzazione del conflitto | Fusina località nella Municipalità di Marghera, Comune di Venezia |
Accuratezza della localizzazione | Alta (livello locale) |
Tipo di conflitto. Primo livello | Gestione dei rifiuti |
Tipo di confitto. Secondo livello | Conflitti sulla privatizzazione e la gestione di rifiuti Inceneritori |
Risorse | Rifiuti urbani domestici CSS Combustibile Solido Secondario. Ecoprogetto dispone di 2 impianti in grado di utilizzare il rifiuto secco proveniente dalla raccolta differenziata realizzata dal Gruppo Veritas per produrre CSS da utilizzare in centrali termoelettriche, in cementifici e in termovalorizzatori [14] |
Dettagli del progetto | Ecoprogetto Venezia S.r.l. è la società mista pubblico-privata, appartenente al Gruppo VERITAS e partecipata dal Gruppo Bioman, costituita nel 1998 dall’esigenza di governare, attraverso opzioni produttive integrate, il ciclo dello smaltimento dei rifiuti urbani nell’Area Veneziana. Dal 2012 Ecoprogetto si è specializzata nel trattamento della frazione secca dei RU che residua a valle delle raccolte differenziate, fungendo però anche da stazione logistica per il travaso, la selezione e la triturazione di molte delle frazioni raccolte in forma separata. Il sito produttivo dell’azienda, situato nella municipalità di Marghera, più precisamente nella zona di Fusina, è esteso su un'area di 128.006 mq; in esso sono presenti due linee di trattamento dei rifiuti urbani e speciali assimilati non pericolosi, con produzione di Combustibile Solido Secondario e una stazione di travaso. Inoltre vi è un magazzino coperto per lo stoccaggio del combustibile solido secondario con una capienza massima autorizzata di 5.750 tonnellate. La società è divenuta partecipata del Gruppo Bioman nel 2016, quando Veritas ha venduto parte delle quote associative. Tale decisione è stata avallata da tutti i Comuni soci, tranne Mira, Vigonovo e Mogliano Veneto. In quell’occasione Opzione Zero e Comitato contro il rischio chimico di Marghera avevano protestato e chiesto ai Sindaci del bacino Veneziano di respingere l’operazione perché l’inceneritore, inizialmente dotato di una sola linea era stato chiuso nel 2014. Con l’entrata in scena di Bioman è stata proposta la produzione di energia elettrica e termica da CDR/CSS, da riutilizzare poi nei processi interni e per alimentare una rete di teleriscaldamento da sviluppare nel territorio Veneziano. Si è giunti così alla riattivazione del forno, mediante decreto regionale, nel 2017[15]. Il sito era già dotato di molte strutture perciò Ecoprogetto ha provveduto all’implementazione delle tecnologie per la produzione di energia termica da CDR/CSS. Nel 2019 viene chiesto da parte dell’azienda: Efficientamento della produzione di energia con utilizzo di legno ricavato da verde e ramaglie, rifiuti urbani, rifiuti speciali, CSS prodotto internamente nelle Linee 1 e 2 Installazione di impianto di trattamento e essiccamento di fanghi da depuratori urbani e percolati di discariche da bruciare in impianto Costruzione di una Linea 3 da 20 MWt da usare solo come riserva Introduzione dei lettori ottici per migliorare la selezione di materiali riciclabili da rifiuto secco Altre migliorie tecniche minori Pertanto Ecoprogetto Venezia ha ricevuto e trattato i rifiuti urbani residui e le frazioni da raccolta differenziata urbana non destinate in primis al circuito delle materie prime seconde. Questo in virtù dell’aggiudicazione dei Contratti d'appalto per servizi di trattamento rifiuti urbani, assimilati, speciali e liquidi prodotti dalle società del Gruppo VERITAS [16]. L’azienda ha effettuato nei propri impianti un’attività di recupero dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi finalizzata alla produzione di Combustibili Solidi Secondari o CSS, autorizzata con provvedimento A.I.A. della Regione Veneto nel 2017[17]. Il provvedimento A.I.A. sopraccitato ha autorizzato anche la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica alimentato a biomassa[18]. |
Tipo di popolazione | Urbana |
Popolazione impattata: | 855.696 (Popolazione della Città Metropolitana di Venezia) |
Data di inizio del conflitto: | 01/04/2019 |
Imprese coinvolte (private o pubbliche) | Gruppo Veritas from Italy ASVO S.p.a. from Italy Bioman S.p.a. from Italy AGRILUX S.r.l. from Italy |
Attori governativi rilevanti: | Regione Veneto Comune di Venezia |
Organizzazioni della società civile e le loro pagine web, se disponibili: | Comitato Opzione Zero http://www.opzionezero.org/ Medicina Democratica https://www.medicinademocratica.org/wp/ Assemblea contro il rischio chimico Marghera https://postaspecoric.wordpress.com/ MalaCaigo https://www.facebook.com/malacaigo.rdb/ AmbienteVenezia Ecoistituto del Veneto Alex Langer https://www.ecoistituto-italia.org/cms-4/ Eddyburg http://www.eddyburg.it/ Cobas autorganizzati Comune di Venezia http://www.cobasvenezia.it/ Laboratorio Venezia Quartieri in Movimento https://www.facebook.com/quartieriinmovimentomestre/ Mira 2030 http://www.mira2030.it/ Friday for Future Venezia-Mestre https://www.facebook.com/fridaysforfutureVenice/ Forum dell’Aria http://www.forumdellaria.it/ Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea http://comitatoambientespinea.blogspot.com/ Associazione Valore Ambiente https://www.facebook.com/pages/category/Community/Valore-Ambiente-405762452804245/ Associazione APIO Comitato No Grandi Navi http://www.nograndinavi.it/ |
Intensità del conflitto | Media (proteste, mobilitazione visibile) |
Temporalità del conflitto | In reazione all'implementazione del progetto |
Gruppi mobilitati: | Organizzazioni sociali internazionali Organizzazioni sociali locali Abitanti (cittadini/comunità rurali) Sindacati |
Forme di mobilitazione: | Lavoro di rete/azioni collettive Presentazione osservazioni alla VIA/AIA Lettere e petizioni di reclamo Campagne pubbliche di informazione e denuncia Il comitato Opzione Zero, attivo da anni nel territorio su molteplici vertenze ambientali, si è mobilitato nell’aprile 2019 per approfondire la questione inerente la riattivazione delle linee di Fusina e ha coinvolto numerosi comitati, associazioni e cittadini della Riviera e del Veneziano. Obiettivo principale degli attivisti è stato fin da subito informare la cittadinanza degli aspetti tecnici e legislativi che riguardavano l’impianto, in assenza di un coinvolgimento attivo della popolazione da parte dell’amministrazione comunale. Le associazioni hanno redatto con cadenza settimanale comunicati stampa per tenere aggiornata la popolazione sugli avanzamenti della vicenza e hanno organizzato incontri pubblici per incentivare la mobilitazione dei cittadini. In occasione della richiesta da parte di Ecoprogetto di ottenimento di V.I.A. le associazioni hanno presentato le proprie osservazioni alla Regione Veneto. Le associazioni hanno inoltre lanciato una petizione online per diffondere ulteriormente la loro voce [19] [5]. |
Impatti ambientali | Potenziale: Inquinamento atmosferico, Riscaldamento globale |
Altro (specificare sotto) | Il contesto industriale in cui sorgono gli inceneritori di Ecoprogetto, in prossimità di Porto Marghera e in generale nella Regione Veneto risultano da anni estremamente problematici per quanto concerne l’inquinamento ambientale, in particolare recenti studi hanno portato alla luce presenza di sostanze inquinanti sotto più aspetti: Inquinamento Atmosferico Secondo un recente rapporto relativo al 2018 riguardo la qualità dell’aria nel comune di Venezia è stato registrato un generale peggioramento della presenza in atmosfera di biossido di azoto, Ozono, Pm10, Pm2,5 e benzopirene. Nonostante la sostanziale stazionarietà delle concentrazioni medie negli ultimi anni, particolare riguardo va posto riguardo anche agli ossidi di azoto in quanto precursori dell’ozono ed importanti componenti dello smog fotochimico, che contribuisce alla formazione di particolato secondario. Le polveri inalabili e fini rappresentano ancora elementi di criticità, in particolare per l’elevato numero di superamenti del valore limite giornaliero e per la caratteristica delle polveri fini di veicolare altre specie chimiche, quali IPA e metalli pesanti. [20] Contaminazione da Pfos e Pfas Dal 2018 il miglioramento del livello di misurazione del PFOS ha fatto emergere una situazione di diffusa presenza del PFOS nelle acque superficiali interne a concentrazioni maggiori dello SQA-MA (mancato conseguimento dello stato chimico buono). I bacini idrografici interessati sono: Brenta, Fratta Gorzone, Bacchiglione, bacino scolante nella laguna di Venezia, Fissero Tartaro Canalbianco, Livenza, Po e Sile. Sono stati rilevati anche sei superamenti dello SQA-MA di PFOA nei bacini Bacchiglione e Fratta Gorzone. In ogni caso, i bacini idrografici maggiormente interessati dalla presenza di PFAS in concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientale sono i bacini Fratta Gorzone e Bacchiglione. Inoltre, è stata riscontrata una presenza significativa di PFAS nel fiume Po riconducibile a sorgenti collocate a monte della Regione del Veneto [21] |
Altro (specificare) | Il sito rientra nel perimetro del SIN di Porto Marghera, per questo i ricercatori dello studio SENTIERI hanno raccomandato di acquisire dati per valutare lo stato attuale dell’inquinamento ambientale e dell’esposizione occupazionale, come pure di realizzare programmi di sorveglianza sanitaria ed epidemiologica per i soggetti che hanno lavorato nei diversi impianti produttivi del polo industriale[22]. Le criticità del luogo potrebbero essere ulteriormente aggravate con l’implementazione del progetto in atto. |
Impatti socio-economici | Potenziale: Aumento della corruzione/cooptazione dei diversi attori |
Altro (specificare) | Ecoprogetto Venezia appartiene al Gruppo Veritas per il 32,09%, ed è partecipata da ASVO SpA, AGRILUX Srl e da BIOMAN SpA; quest'ultima in particolare per il 50% fa capo ad Angelo Mandato uno dei principali protagonisti di un’inchiesta giornalistica, condotta da Fanpage. Dall’inchiesta è emerso lo stretto legame tra l’Ing. Mandato, capostipite di un castello di società che hanno come comune denominatore un unico indirizzo per la loro sede legale, e Sandro Rossato arrestato nel 2006 e nel 2014 perché accusato di compiere fatti illeciti in favore di alcune famiglie della ‘ndrangheta. Prima che Rossato venisse arrestato era diventato il vicepresidente della Sesa, importante società di compost del veneziano,e Mandato era stato chiamato come consigliere, per poi diventare qualche anno dopo amministratore delegato. Sandro Rossato per nove anni ha condiviso con Mandato la pianificazione degli affari della società estense prima di lasciare l’incarico di vicepresidente nel 2004, pochi anni prima dell’inizio delle indagini. [10]. |
Status attuale del progetto | Operativo |
Risultato del conflitto/risposta: | Rafforzamento della partecipazione |
Consideri questo caso una vittoria dei movimenti per la giustizia ambientale?: | Incerto |
Spiegare brevemente il motivo | Conflitto ancora in corso |
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Collaboratore: | Mattia Donadel (Comitato Opzione Zero) Rebecca Silvagni (CDCA) |
Ultima modifica | 05/06/2020 |
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